
A cura di Alessandro Saviotti
P&M: Per iniziare, può sintetizzarci brevemente la sua storia professionale e la sua idea imprenditoriale?
A tutto avrei pensato tranne che a fare il bancario. Mi ci sono trovato e l’ho presa sul serio. Dopo qualche anno mi sono reso conto che la banca old style non faceva per me e l’ho abbandonata, al momento giusto, lanciandomi nell’ambito del parabancario che, con gli occhi del giovane ambizioso, vedevo come un’area dove giocare la partita. Erano i primi anni ‘80. Ho infatti sempre avuto l’idea che fosse più importante lavorare lì dove fosse possibile sperimentare innovazioni e affrontare sfide sempre nuove.
P&M: Quali caratteristiche personali le hanno permesso di raggiungere questi risultati straordinari?
Fino all’età di 32 anni, cioè fino a quando ho lavorato in una banca old style, ho avuto tempo di studiare moltissimo. Tutto quello che ho acquisito mi è servito e credo di essere riuscito a metterlo sufficientemente a frutto. Non mi spavento delle sfide e non temo di metterci la faccia.
P&M: Esiste un episodio o una persona che considera fondamentale per il suo successo?
Ci sono tre persone che hanno contribuito alla mia formazione anche professionale. Prima di tutto mio padre il quale, quando gli chiesi un consiglio la prima volta che cambiai banca, mi rispose: “Sbaglia da solo”.
La seconda persona è stato l’amministratore delegato di una società di leasing in cui ho fatto la parte più veloce della mia carriera. Era un duro, un accentratore, un maniaco del dettaglio; mi ha insegnato ad essere veloce nelle decisioni e a non temere critiche.
Dopo questa esperienza ho avuto la fortuna di avere un consigliere delegato che mi ha consentito di completare la mia formazione manageriale introducendo i concetti dell’agire “con intelligenza sociale” e negoziare sempre con l’obiettivo win-win. Grande scuola di management in ambienti complessi.
P&M: Quali comportamenti secondo lei non possono mancare in un Best Performer?
Avere una chiara idea dell’imprenditorialità che mette al primo posto lo sviluppo qualitativo di tutti i fattori della produzione. In ogni caso, mai barare tanto meno con se stessi.
La vita privata e quella professionale devono essere tenute separate. Non sempre è facile. Si fanno errori, sia da una parte che dall’altra; l’importante è comunque capire dove si sbaglia, e perché.
P&M: Qual è il fine ultimo della sua attività lavorativa e la fonte da cui proviene la sua energia?
Lavoro per vivere e, se possibile, per vivere meglio. La fonte principale è data dalla retribuzione emotiva.
P&M: Quali caratteristiche ha ricercato nelle figure chiave della sua azienda e quale tipo di rapporto ha scelto di instaurare loro?
Ritengo che il fattore fondamentale che contribuisce in modo determinante alle performance della mia azienda sia la qualità elevatissima dei collaboratori, ai quali cerco di trasmettere sempre la passione per le sfide.
Innovatività, fantasia e disciplina sono le caratteristiche principali che cerco nelle persone con cui lavoro, qualità non sempre coniugabili, ma tutte importanti. Qualcuno dice che sono stimato, ma anche temuto. Mi piacerebbe essere prima di tutto un buon compagno di viaggio.
P&M: Quali fattori e sistemi considera fondamentali per raggiungere performance eccellenti?
Preoccuparsi più della propria capacità creativa che del benchmarking. Mettere tutti i fattori della produzione in condizione di esprimere il meglio di sé, liberando le intelligenze e sfruttando al massimo la tecnologia.
P&M: Quali fattori e sistemi considera fondamentali per raggiungere performance eccellenti?
Come ho appena detto, l’innovazione è centrale.
In azienda ci sono decine e decine di nuove iniziative che, per essere portate avanti, hanno necessità che le capacità imprenditoriali di ogni singolo collaboratore siano messe a fattor comune. I vincoli esterni ed interni vanno considerati non come ostacoli, ma come sollecitazione dell’intelligenza imprenditoriale. Non sono stati rari i vincoli che hanno funzionato da fulcro su cui far leva per fare dei salti in avanti.
P&M: Molti hanno una buona strategia, pochi riescono ad eseguirla. Lei come ci riesce?
Non sempre ci riesco in realtà, ma ritengo che l’insuccesso sia sempre motivo di riflessione e fonte di approfondimenti che si concludono con l’individuazione dei propri errori. La consapevolezza di questi ultimi ti consente di andare avanti e migliorare.
In ogni caso, una buona strategia è fondata sulla capacità di guardare contemporaneamente tanto ciò che è oltre l’orizzonte, quanto quello che ci separa dall’orizzonte stesso.
Realizzare una strategia dipende prima di tutto da quanto ci credi e da quanto riesci a farci credere coloro che dovranno realizzarla con te.
Il profilo
Nato a Bari nell’ottobre del 1950, Dino Crivellari a 23 anni si laurea in Giurisprudenza a Napoli con il massimo dei voti. L’anno successivo viene assunto al Banco di Napoli dove vi rimane, rivestendo ruoli e con incarichi diversi, fino al 1983. Nel contempo consegue l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato, si perfeziona in Scienze amministrative e si specializza in Discipline Bancarie all’Università di Roma.
Alla fine del 1983 viene assunto dalla Assoleasing dove, dopo 5 anni, è nominato Vice Direttore Generale.
Dal 1984 inizia, a latere dell’attività lavorativa, a svolgere incarichi di docenza, prima nei corsi Ipsoa e poi in quelli di specializzazione istituiti dalla LUISS in Economia e finanza delle aziende bancarie e degli intermediari finanziari e in Mercati ed intermediari finanziari.
Nel 1994 viene nominato Direttore Generale della allora neocostituita S.I.G.RE.C. S.p.A., società di gestione ed incasso crediti controllata dalla Banca di Roma. Guida la società, portandola ad essere tra le prime attive nel settore del service per operazioni di cartolarizzazione, fino al 1999, quando assume la carica di Direttore Generale di UGC Banca (ex Mediovenezie Banca), società del Gruppo UniCredit specializzata nella gestione dei crediti non performing.
A partire dal 2000 partecipa come relatore a numerosi convegni e seminari. Dal gennaio 2000 al febbraio 2003 è stato Presidente di Trivimm S.p.A., società immobiliare del Gruppo UniCredito Italiano.
Dal maggio 2002 fino al dicembre 2008 ricopre la carica di Consigliere d’Amministrazione nella Asteimmobili S.p.A., società interbancaria che gestisce portali web per vendite giudiziarie di immobili.
Nel 2003 riprende l’insegnamento che prosegue tutt’oggi. L’Università di Macerata lo chiama come Docente a contratto integrativo presso la Facoltà di Economia.
Il 20 aprile 2005 assume l’attuale incarico di Amministratore Delegato di UGC Banca, che dal luglio 2008 è ridenominata UniCredit Credit Management Bank.
Nel novembre 2006 viene assunto in Unicredit SpA come Condirettore Centrale, mantenendo la carica in UGC Banca e assumendo la posizione di Responsabile dell’Area Workout Services della Holding da luglio 2007.
Il 30 novembre 2007 viene nominato Presidente del Consiglio di Amministrazione di Capitalia Service Joint Venture srl, carica che mantiene fino al luglio 2008 quando la Società si fonde in UniCredit Credit Management Bank. Il 18 dicembre 2007 entra a far parte come Consigliere della Società Aspra Finance SpA. Nel gennaio 2011 Aspra viene fusa per incorporazione in Unicredit Credit Management Bank.
Nell’A.A. 2010/2011 il Consiglio di Amministrazione della Libera Università degli Studi per l’Innovazione e le Organizzazioni – LUSPIO di Roma gli conferisce l’incarico di insegnamento di Diritto Bancario nell’ambito della Facoltà di Economia.
Nel 2010 viene nominato Consigliere di Unicredit Credit Management Immobiliare, società immobiliare controllata da Unicredit Credit Management Bank.
Nel novembre 2011 viene nominato Consigliere nella neo costituita Società Esperti in Mediazione srl, controllata di Unicredit Credit Management Bank e specializzata nel settore della conciliazione.
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